INTERVISTA - KIOROKI - Alle Sorgenti della Vita - Lo SHIATSU e REIKI professionale a BERGAMO

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Qui di seguito l'intervista pubblicata sul Notiziario trimestrale "IL JOLLY" della UILDM, Unione Italiana Lotta Alla Distrofia Muscolare, n.108 Settembre 2016 :
Shiatsu, un viaggio alla ri-scoperta di Sé     di Annalisa Benedetti
Sempre più persone si avvicinano allo Shiatsu. Abbiamo posto alcune domande sull'argomento a Salvatore Trifiletti, operatore Shiatsu e Master Reiki, iscritto all'Associazione Professionale Operatori e Insegnanti Shiatsu (A.P.O.S.) della quale è socio benemerito e componente della Commissione di Valutazione. Per approfondire http://www.kioroki.it

Benvenuto Salvatore e grazie per aver rilasciato questa intervista. Innanzi tutto, che cosa l'ha spinta ad avvicinarsi allo studio delle discipline orientali?
Salve, prima di tutto ringrazio per l’opportunità che mi concedete, permettendomi di condividere, tramite le vostre pagine, una pratica e passione che coinvolge da parecchi anni la mia vita e che si è intrecciata e si intreccia con quella di molte altre. Ho cinquantasette anni. Fin da bambino ero affascinato dai fenomeni percettivi, cioè mi stupivo di come potessi vedere i colori, sentire i suoni, il caldo, il freddo, i profumi….
Da ragazzo, poi, per iniziare a correggere un principio di scoliosi, cominciai a praticare nuoto, atletica e Karate; proprio quest’ultima disciplina, giapponese, stimolò la mia curiosità e molto interesse. Praticando il Karate, scoprii concetti come la “Centratura” (calmare, orientare e concentrare il pensiero in un’unica direzione) ed il “Ki” (energia vitale), dei quali non avevo mai sentito parlare. Negli anni seguenti, approfondii nozioni e pratiche ‘bioenergetiche’ partecipando a formazioni, seminari e studi riguardanti questi argomenti che, insieme allo Yoga, iniziavano a diffondersi più capillarmente in Occidente. Divenni coordinatore di alcuni gruppi di praticanti rendendomi sempre più conto di come il “Ki”, in giapponese, (o Qi, si pronuncia Ci in cinese), fosse alla base e supporto di ognuna di queste discipline ma, soprattutto, della nostra vitalità.
Conferma che sono in aumento le persone che ricorrono allo Shiatsu? Di che cosa si tratta esattamente?
Sì, in questi ultimi decenni lo Shiatsu ha cominciato a diffondersi e ad essere conosciuto da molte più persone che in passato anche grazie alla sua proposta in centri benessere/termali, nonché per le dimostrazioni e prove in varie manifestazioni pubbliche riguardanti le discipline naturali; la formazione di operatori professionali, man mano sempre più strutturata e qualificata, ha consentito anch’essa maggior diffusione e conoscenza di questa pratica. Attualmente, il percorso formativo che, ad esempio, la nostra Associazione A.P.O.S. richiede per aderirvi, si sviluppa in quattro anni e prevede un minimo di 500 ore frontali con l’insegnante e 300 ore di pratica.
Per meglio spiegare cosa si intende per Shiatsu, faccio riferimento a quanto riportato sul sito della nostra associazione:
”Lo Shiatsu (dal giapponese: ‘shi’ dita, ‘atsu’ pressione) è un trattamento manuale le cui radici teoriche-pratiche derivano dalle antiche tradizioni filosofiche del lontano Oriente. Il padre dello Shiatsu, Tokujiro Namikoshi, affermava: “Lo shiatsu è l’abbraccio della mamma al bambino”. Ha lo scopo di risvegliare e/o armonizzare le funzioni energetiche e le risorse vitali profonde dell’individuo, avvalendosi di tecniche e principi ben precisi. La modalità universalmente riconosciuta e peculiare di questo trattamento è la pressione perpendicolare, costante e/o modulata in modo ritmico, esercitata con il peso del corpo ed avvalendosi del centro vitale (‘Hara’, in giapponese o ‘Tan Den’, in cinese) dell’operatore su zone, punti e meridiani energetici. Per esercitare le pressioni, si usano prevalentemente i pollici ma, secondo le necessità e gli stili, si possono utilizzare altre parti del corpo quali i palmi delle mani, gomiti, ginocchia, piedi.
Il trattamento shiatsu viene fatto, normalmente, su un futon (materassino di tradizione giapponese; entrambi i soggetti sono vestiti e non vengono utilizzati oli o creme.)”

Tutti lo possono ricevere?
Sì, lo Shiatsu può essere ricevuto da tutti (tranne, ovviamente, da chi soffra di ampie lesioni alla cute); un buon ‘operatore’, come viene anche spiegato e ribadito durante il periodo di formazione, è colui che è in grado di adattarsi alle peculiarità e caratteristiche della persona che incontra: è l’operatore, infatti, che modifica la propria postura e posizione affinché il trattamento risulti efficace, non viceversa.
Nella sua trentennale esperienza, ha trattato persone con disabilità fisiche o con gravi patologie?
Sì, negli anni ho avuto l’opportunità di incontrare persone con abilità diverse e/o malattie anche gravi delle quali sono venuto a conoscenza durante il breve colloquio preliminare tutelato dalla privacy; non essendo io medico, ovviamente, non entro e non entrerò mai nel merito, attenendomi esclusivamente a quanto mi indica la persona che incontro, riguardo le sue possibilità di mantenere determinate posture.
Lo svolgersi di un trattamento Shiatsu è per me come il prendersi per mano, o sotto-braccio, lungo un sentiero: insieme lo si scopre o se ne riscoprono le bellezze che ogni passo ci regala e, una volta raggiunto il terreno più agevole, si può riprendere il cammino, magari fianco a fianco, ma indipendenti e con le proprie risorse.

In presenza di disabilità fisiche importanti, come viene posizionata la persona per ricevere il trattamento?
Ogni persona ha le proprie caratteristiche e persone che all’apparenza possono sembrare avere una postura perfettamente corretta ed eretta, una volta sedute o sdraiate mostrano, invece, difficoltà o caratteristiche prima non evidenti: rotazioni delle articolazioni, appoggi non simmetrici, ecc.
A questo punto, l’operatore Shiatsu si avvale di supporti quali cuscini, nek-roll (particolari cuscini cilindrici), plaids per colmare gli spazi e rendere l’appoggio della persona confortevole. Il trattamento Shiatsu lo si può ricevere, oltre che a terra sul classico Futon (un materassino in falde di cotone poggiato preferibilmente su un Tatami, il classico letto giapponese in paglia di riso), anche sul lettino (in studio, se la persona ha almeno un minimo di mobilità autonoma, sul proprio se si è in presenza di una disabilità importante e la persona non può spostarsi agevolmente).
Altra possibilità è riceverlo seduti su una sedia normale o, in alcuni casi, sulla carrozzina, purché all’operatore sia possibile  portare le pressioni ed abbia uno spazio che consenta un, seppur limitato movimento articolare. Vi è, inoltre, la possibilità di utilizzare una particolare sedia ergonomica che permette alle persone che abbiano possibilità di muoversi, ma che fanno fatica a sdraiarsi, di ricevere il trattamento stando sedute e poggiate in avanti.

Oltre ad operatore Shiatsu è anche Master Reiki, ovvero?
Il ReiKi è stato un altro mio incontro speciale: ci è stato anch’esso tramandato dal Giappone grazie all’ispirazione del Maestro dott. Mikao Husui; ‘Rei’ è l’energia che permea l’universo (quindi anche noi) e che talvolta percepiamo quando si trasforma nel nostro ‘Ki’ personale. Ognuno di noi ha il suo modo di percepire la propria energia vitale (‘Ki’) come, ad esempio, quando assaggiamo l’acqua …, oppure un brodo: c’è chi lo sente più o meno salato, più o meno profumato, più o meno caldo, più o meno denso, morbido, pungente, che pizzica … Ci sono alcuni semplici esercizi, di origine orientale, che condivido con le persone che incontro e che permettono di cominciare a percepire e ri-scoprire la propria energia e la sua qualità del momento.
Un trattamento Reiki non prevede pressione fisica, come ad esempio nello Shiatsu, ma esclusivamente ‘energetica’: l’operatore poggia delicatamente le mani in varie zone del corpo del ricevente, lasciando fluire ed ‘armonizzare' ciò che si comincerà a percepire/scorrere. Uno dei più evidenti effetti di un trattamento Reiki è lo stato generale di profondo rilassamento che nella stragrande maggioranza delle volte ne deriva. Essere Master Reiki è per prima cosa una maggior presa di consapevolezza, cui dovrebbe seguire altrettanta responsabilità, verso gli accadimenti e fenomeni della natura che ci coinvolgono; in secondo luogo, il Master Reiki è colui che può diffondere ed insegnare queste pratiche e modalità avendone a sua volta ricevuto  l’insegnamento in base ad un lignaggio che lo collega direttamente a Mikao Husui.

Che cosa cercano le persone che si rivolgono a lei? In che modo se ne prende cura, per quanto tempo e come capisce se il percorso intrapreso sta ottenendo benefici per il cliente?
Come ho già accennato precedentemente, ogni persona ha caratteristiche uniche e specifiche: è questo che dona ricchezza alle nostre relazioni. Nella visione orientale, l’approccio è sempre ‘olistico’, cioè d’insieme: in un trattamento Shiatsu, infatti, si tratta sempre tutto il corpo poiché tutto è collegato ed in relazione con l’interno e con l’esterno; può essere vissuto come un ‘viaggio’ alla ri-scoperta di Sé e di dove siamo ‘collocati’ nello spazio ed in quel momento. Le persone che mi contattano lo fanno per i motivi più diversi come, ad esempio, chi ne ha sentito parlare da un conoscente e lo vuole provare, chi sta cercando un modo per rilassarsi, chi vuole cercare di superare, utilizzando le proprie risorse, qualche disarmonia momentanea.
In ogni caso, sempre ribadisco loro che se hanno trovato una risposta/soluzione a ciò che cercavano, il merito è solo ed esclusivamente Loro, perché, percorrendo un po’ di strada insieme a me, hanno ritrovato e ridato fiducia alla propria energia vitale.
Il ‘prendersi cura’ di una persona è espresso bene proprio da Tokujiro Namikoshi con il suo “Lo shiatsu è l’abbraccio della mamma al bambino”. Ci sono persone, e mi è capitato di incontrarne qualcuna, che mi contattano ed arrivano al mio studio manifestando però, ed apprezzo la loro schiettezza, scetticismo nei confronti di queste pratiche: propongo loro, ovviamente, un trattamento di prova, rimanendo sempre in ogni caso liberi, loro ed io, di scegliere e decidere se continuare oppure no gli incontri.

Durante i trattamenti si avvale di altri strumenti o supporti oltre a se stesso?
Un ambiente confortevole e idoneo a queste pratiche è sicuramente di supporto ad ogni trattamento; un sottofondo musicale adeguato, la scelta di un’eventuale colorazione della luce possono incrementare la capacità di ascolto verso se stessi.

Lei, che cosa riceve dalle persone che tratta? Che ruolo gioca il rapporto che si crea tra operatore-cliente, ai fini della riuscita del trattamento o del percorso?
Un altro degli aspetti interessanti di questa pratica è che ‘funziona nonostante noi’; è ovviamente importante, come nella maggior parte delle discipline, che tra operatore e ricevente vi sia un minimo di ‘fiducia’ o, almeno, di curiosità. Durante un trattamento Shiatsu l’operatore sposta la propria attenzione alternativamente sulla persona che tratta e su se stesso; è un pezzo di strada che si percorre insieme e ciò che si scopre è spesso condiviso.

Possiamo dire, in estrema sintesi, che tutti noi, e solo noi stessi, possiamo migliorare la nostra vita, qualsiasi sia la condizione di partenza?
La ringrazio per la domanda: sì, con ogni nuovo cliente che incontro ho l’occasione per affermare che ognuno di noi è l’artefice principale del proprio incedere; ad ogni incontro propongo, oltre al trattamento, una o più brevi nuove pratiche/esercizi tratte dal Qi-Gong (letto Ci-Kung) , ovvero ‘L’arte del respiro ’.
Queste pratiche che condivido e faccio sperimentare  le considero degli ‘strumenti’ da porre nella propria ‘cassetta personale degli attrezzi’: io non mi permetto di assegnare compiti o altro, perché credo fortemente nell’intelligenza e nell’autodeterminazione delle persone che incontro, quindi condivido e faccio far pratica degli ‘strumenti’, ma deciderne l’utilizzo - come e quando - è lasciato alla libertà di ognuno.

E lei, come sta in questo mondo? Quali sono le sue fonti di energia per ritrovare e mantenere vitalità e serenità?
Mi sento di appartenere alla quotidianità, alla realtà del mondo in cui viviamo qui a Bergamo, in Occidente. Cerco di mantenere aperti i canali che mi consentono di raccogliere i suggerimenti che, dopo aver sperimentato in prima persona,  ritengo possano essere utili e che quindi suggerisco anche a chi mi sta vicino ed incontro.
Ognuno di noi ha un ruolo fondamentale per la propria vita e per quella della società nella quale viviamo. Svolgere quotidianamente la mia attività allo studio ed in occasione dei vari seminari è ciò che mi permette di eseguire queste pratiche in prima persona e, quindi, di giovarne.

Un consiglio spassionato da dare a potenziali operatori e clienti?
Per chi desidera avvicinarsi a queste discipline, il consiglio spassionato è che si pongano in primis in un’ottica di ‘ascolto’ verso se stessi; in seconda battuta, è che si rivolgano ad operatori o scuole affiliate ad associazioni che abbiano comprovata esperienza e certificazioni come, ad esempio, A.P.O.S. (www.shiatsuapos.com), della quale faccio parte e dal cui sito si possono individuare, tra gli Operatori Associati, anche quelli con l’Attestato di Qualità dei Servizi in corso di validità rilasciato ai sensi della Legge 14 gennaio 2013 n.4, nonché l’elenco ed i riferimenti degli Enti di Formazione Convenzionati.

IL JOLLY puo' essere sfogliato anche seguendo questo link :  http://www.distrofia.net/attivita/comunicazione/il-jolly.html
 
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